Il nostro vernissage

Punti di vista

con Danilo Chiesa

Inaspettatamente siamo stati contatti per partecipare alla mostra dei dieci (credo) migliori elaborati consegnati per il concorso Nuovi Mondi. Ci avrebbero atteso a Roma, presso CORTE, alla serata in cui si sarebbe votato il progetto migliore.

Quello era un anno di cambiamento.

Ormai ero a Parigi da diversi mesi, e ricordo in quei primi giorni di gennaio il viaggio verso Roma, quella serata emozionante e le nostre due tavole appese.

Le persone giravano per la sala, ma io mi concentravo solo su quelle che si fermavano davanti alle nostre.

Una piccola descrizione scritta su un cartoncino bianco recitava:

<Esprimere la percezione di Nuovi Mondi attraverso la reinterpretazione di un luogo reale non può prescindere dalla storia dello stesso.

Il collage realizzato pur basandosi su caratteri eccentrici ed ironici diventa una chiave d’accesso allo spirito compositivo che l'ha caratterizzato; si è voluto infatti analizzare un settore urbano in cui gli edifici non risultino isolati, ma si valorizzino grazie a un'opera di accostamento, tale da creare un sistema unico all’interno del difficile settore genovese in cui la morfologia urbana è chiaramente definita ed evidente. L’area del centro storico è infatti caratterizzata da tre elementi che determineranno lo sviluppo del piano e la scelta di edifici prototipi ad essi legati: il cimitero di Staglieno con un sistema di edifici-mura, la verticalità del Cono di Portman con edifici-colle e il fiume Bisagno con edifici-riva.

La storia di Genova con il suo millenario percorso permette di affrontare anche il tema del rapporto con gli edifici storici: nel settore del centro storico vengono individuati il cimitero di Staglieno, Via Garibaldi, il Teatro Carlo Felice, la chiesa di San Matteo, la cattedrale di San Lorenzo, l'edificio della Commenda dialogando con i nuovi progetti e nella maggior parte dei casi venendo inglobati da essi in cui edifici “superbi” si uniscono ai nuovi progetti volutamente più avveniristici, lasciando alle preesistenze il compito di rappresentare la storia.

Questo rapporto è portato a un voluto eccesso nel progetto con l'obiettivo di non considerare la storia come un elemento di solo studio, ma di farla partecipe del gioco della progettazione, un gioco in cui non esistono vincoli temporali o di stili, ma in cui tutti gli elementi entrano con la loro totale relatività rispetto al nuovo ordinamento in cui sono coinvolti (M.Biraghi).

Una visione plurima ha permesso di concentrare l'attenzione in una istantanea di una città caratterizzata da fulcri, da icone che hanno dettato e che ancora oggi tracciano i limiti entro i quali una città come Genova deve rispettare.>

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