Il mio mentore tormentato

Ricordo ancora il giorno in cui mi affacciai per la prima volta su quella scogliera. Il vento portava con sé il profumo del mare e il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli. Era un quadro che mi affascinò, un invito a creare qualcosa di unico, di intimo, che si sposasse perfettamente con la natura circostante.

L’idea di Villa Foppiano nacque proprio da quel paesaggio. Volevo realizzare una casa che fosse più di una semplice abitazione, un rifugio dove l’uomo potesse ritrovare un equilibrio con la natura. Un luogo dove il tempo sembrava fermarsi, dove lo sguardo si perdeva nel blu intenso del mare.

Ricordo le giornate passate sul cantiere, a seguire i lavori, a dare le ultime indicazioni ai miei collaboratori. Ogni mattone posato, ogni finestra incassata, erano passi verso la realizzazione di un sogno. Quando finalmente vidi la villa ultimata, con la sua loggia che si affacciava sulla Baia del Silenzio, provai una grande soddisfazione.

Villa Foppiano non era solo una casa, ma un esperimento, un tentativo di conciliare l’architettura moderna con il paesaggio naturale. Un’architettura al servizio dell’uomo, pensata per migliorare la qualità della vita. Ancora oggi, quando penso a quella villa, provo un senso di orgoglio e di gratitudine.

Villa Foppiano_Luigi Carlo Daneri

Sestri Levante, Italia_1958

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Il mio momento peggiore