Il mio dramma

Cara Genova,

Scrivo queste righe con il cuore pesante, nel ricordo di quel tragico 14 agosto 2018. Ero lontano, in Islanda, quando la notizia del crollo del Ponte Morandi mi raggiunse. Nonostante la distanza, ho sentito un profondo dolore e una commozione che mi hanno toccato nel profondo.

Genova, città che ho sempre ammirato per la sua storia, la sua bellezza e la sua forza, si è trovata a fronteggiare una ferita profonda. In quel momento, la mia mente è andata ai genovesi, alle famiglie colpite da questa immane tragedia, alle persone che hanno perso i loro cari.

Da lontano, ho seguito con apprensione le notizie, le immagini strazianti, le testimonianze di chi ha vissuto quell'inferno. Ho provato un senso di impotenza di fronte a tanto dolore, ma anche una grande ammirazione per la vostra capacità di reagire, di unirvi e di ricostruire.

Oggi, a distanza di anni, sento il bisogno di esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza alla vostra comunità. Genova è una città che ha saputo risorgere dalle proprie ceneri, e sono certo che continuerà a farlo.

Ponte Morandi_Riccardo Morandi

Genova, Italia_1963-1967

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