Ci sono esperienze che vanno fatte da soli.
La mia visita alla Villa Savoye è stata esattamente così. Preso il treno la mattina presto in una giornata nuvolosa mi sono spostato da Parigi a Poissy, cittadina curata dal verde rigoglioso.
Chieste le informazioni, ho iniziato ad inerpicarmi lungo le stradine e viottoli che portano alla Rue de Villiers dove un piccolo edificio bianco indica l’ingresso al parco.
Passato il cancello la graniglia sfregolava ad ogni passo mentre il ticchettio della pioggia sulle foglie mi accompagnava con ritmo sincopato fino alla fine del viale, dove finalmente quell’edificio bianco e dalle finestre lunghissime è comparso davanti a me.
Camminavo intorno alla Villa Savoye con ingordigia, scrutavo ogni dettaglio, ogni minimo particolare.
Entrai e la cascata di luce che correva lungo la rampa inondava il piccolo ingresso.
La mia mattinata passò così, a muovermi tra una stanza e l’altra con la stessa curiosità che può avere un bambino al parco giochi.